L’OSSERVATORIO AGCOM. In questo periodo il fenomeno delle fake news si sta focalizzando sul Coronavirus, ma la sua incidenza sul sistema informativo è attenuata dalla crescita dell’informazione attendibile: è quanto emerge dall'ultimo Osservatorio Agcom (“Osservatorio sulla disinformazione online” n. 1/20).
L'Osservatorio propone quindi una panoramica sul rapporto tra informazione, disinformazione e Covid-19, tenendo in considerazione sia i media tradizionali, sia i siti web e i social network. A ciò si aggiungono alcune valutazioni circa il tema, più generale, della disinformazione in rete. A tal fine, è stato esaminato il contenuto testuale di 17 milioni di documenti, prodotti nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2019 e il 22 marzo 2020, prendendo in considerazione oltre duemila tra fonti informative (tv, radio, stampa, internet) e fonti di disinformazione (siti internet e pagine social).
I MEDIA ITALIANI E IL CORONAVIRUS: TV, STAMPA, INTERNET. Negli ultimi mesi l’ecosistema italiano dei media ha prodotto circa 700 mila contenuti relativi al Covid-19, con un’incidenza sul totale delle news pari al 4% nella prima fase (epidemia in Cina e primi contagi in Italia) e al 45% nella seconda fase (diffusione del contagio in Italia), con picchi attorno al 60% nel periodo di emanazione del Decreto Cura Italia.
Lo spazio televisivo dedicato al Coronavirus nei programmi di informazione raggiunge, nel mese di marzo, poco meno dei due terzi del totale (63,4%), mentre la stampa nazionale e locale ha prodotto oltre 56 mila articoli sull’argomento dal 1 febbraio al 10 marzo. Anche l’informazione online si attesta su numeri similari: nel giorno medio, il quantitativo di notizie sul Coronavirus pubblicate dai siti web e dalle pagine social di informazione ha raggiunto il 49%, che arriva al 60% tenendo in considerazione le settimane dall’8 al 22 marzo.
CORONAVIRUS E DISINFORMAZIONE: SOCIAL NETWORK E SITI WEB. Spostandosi su disinformazione online e Covid-19, l’esame di Agcom prende in considerazione tre differenti aspetti: il numero di fake news relative all’epidemia rispetto al totale delle fake news, il rapporto tra informazione e disinformazione sui social network e i numeri della disinformazione proveniente dai siti web.
Per quanto riguarda le fake news, Agcom sottolinea che tra l’8 e il 22 marzo quasi una su due ha riguardato il Coronavirus (46%): la crescita nel giorno medio, prevedibile ma comunque significativa, va dal 5% durante la prima fase (primi contagi) al 38% durante la seconda fase (diffusione del contagio).
Anche l’utilizzo dei social network è stato interessato da una graduale crescita della disinformazione sul Coronavirus, tuttavia controbilanciata da una crescita anche superiore dell’informazione attendibile. L’Autorità prende in considerazione i post e i tweet di pagine social riconducibili a fonti informative e a fonti di disinformazione, dunque con esclusione dei post dei ‘semplici’ utenti. Il dato che emerge è l’evoluzione del fenomeno disinformazione in corrispondenza delle fasi più rilevanti: ad esempio, il contagio della coppia di turisti cinesi in Italia, l’inizio vero e proprio dell’epidemia in Italia e i provvedimenti emanati dal Governo per fronteggiare l’epidemia. La settimana caratterizzata da un maggior numero di post e di tweet di disinformazione è quella che va dal 16 al 22 marzo, con oltre 1 post su 3 sul Coronavirus considerabile ‘fake’ (36%). Nello stesso periodo, ad ogni modo, l’informazione attendibile veicolata attraverso social network ha superato il dato della disinformazione, raggiungendo il 45% del totale.
Per quanto riguarda, infine, i siti web di disinformazione, Agcom rileva che essi «assumono tipicamente un ruolo che consiste nel conferire impulso alle notizie fake. Le stesse, una volta innescate, sono atte a diventare oggetto di propagazione virale attraverso i social network e le altre piattaforme online. Il meccanismo della disinformazione, dunque, si regge spesso sul binomio sito web, quale fonte della fake news, e social network, quale megafono di diffusione della notizia. Per quanto attiene alla dimensione della disinformazione via siti web, su un totale di 7/8 articoli pubblicati nel giorno medio, quelli dedicati al Coronavirus passano da meno di 1 a gennaio, a 2 nel mese di febbraio, fino a raggiungere i 4 articoli quotidiani a marzo (dunque, oltre il 50%).
DECRESCE L’INCIDENZA DELLA DISINFORMAZIONE ONLINE. Per effetto della fisiologica crescita dell’attenzione dedicata al Coronavirus dalle fonti di informazione attendibili, è possibile rilevare che il peso delle fake news sul totale delle notizie è calato nel tempo: nelle ultime quattro settimane considerate dal report si attesta attorno al 5%, inferiore pertanto al 6% e al 7% registrati nelle settimane precedenti.
#IORESTOACASA: QUALE DIFFUSIONE MEDIATICA? Agcom mette in evidenza anche l’eco ottenuta dalla campagna promossa dalla Presidenza del Consiglio, dal Ministero della Salute e dalla Protezione Civile per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di restare il più possibile a casa durante l’emergenza, al fine di arginare la diffusione del virus. Tra l’8 e il 22 marzo il sistema informativo, considerato nel suo complesso, ha infatti prodotto circa 11 mila contenuti relativi a questa iniziativa.
I TEMI DELLA DISINFORMAZIONE ONLINE. Il report sottolinea inoltre l’eterogeneità dei temi legati al Coronavirus e oggetto di disinformazione: tra le dieci fake news più diffuse trovano spazio questioni sanitarie, contenuti sensazionalistici-profetici e provvedimenti governativi.
INFORMAZIONE E DISINFORMAZIONE ONLINE: IL QUADRO GENERALE. Infine, Agcom si preoccupa di fornire un paragone di carattere più ampio dello stato di informazione e disinformazione prodotte online in Italia. Nel confronto tra primo trimestre del 2020 e primo trimestre del 2019, il trend è in crescita sia per la quantità media dell’informazione sia per quella della disinformazione online. Il dato è peraltro confermato anche su base mensile, tra il gennaio e il marzo di quest’anno. Inoltre, per quanto riguarda l’incidenza della disinformazione sul sistema informativo online, il dato registrato a marzo 2020 nel giorno medio (6,1%) è inferiore alla media dell’intero periodo considerato dal report (6,5%), così come alla media rilevata nei primi due mesi del 2020.
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Ulteriori informazioni: link al report Agcom "Osservatorio sulla disinformazione online" n. 1/2020