Documento senza titolo
GRAZIADEI STUDIO LEGALE E LA FOTOGRAFIA / PREMIO GRAZIADEI
AGGIORNAMENTO 18 SETTEMBRE 2025:

Inaugurerà il 19 settembre 2025, presso il Centro Archivi Architettura del MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, la mostra del Premio Graziadei per la Fotografia, istituito da Graziadei Studio Legale nel 2012, e dal 2019 in partnership con il MAXXI (https://www.maxxi.art/events/premio-graziadei-per-la-fotografia-nicola-di-giorgio/).

La deposizione del vuoto, nuovo progetto di Nicola Di Giorgio, vincitore della VIII Edizione del Premio Graziadei, che costituisce una evoluzione del progetto Calcestruzzo, già esposto al MAXXI nel 2022 in occasione della vincita del Premio Graziadei, sarà in mostra fino al 2 novembre 2025, insieme a una sintesi delle altre opere vincitrici delle passate edizioni del Premio, entrate nella collezione MAXXI.

La partnership con il MAXXI prevede un’esposizione annuale del Premio Graziadei e l’acquisizione nelle Collezioni di Fotografia del Museo dei progetti vincitori. Grazie al sostegno di Graziadei Studio Legale, la Collezione di Fotografia di MAXXI Architettura e Design contemporaneo si è arricchita di oltre 50 opere di 10 autori.

La deposizione del vuoto prosegue la ricerca avviata nel 2020 con Calcestruzzo, in cui Nicola Di Giorgio si misura con il tema della cementificazione del paesaggio italiano. Guidata da un approccio scientifico e sostenuta dal confronto con la storia dell’arte, la ricerca genera una riflessione sul vissuto dell’autore e su quello collettivo, e si esprime attraverso un complesso progetto installativo fatto di immagini, oggetti, video dove ogni elemento è legato all’altro da un filo rosso.

L’autore rielabora frammenti di una memoria collettiva ed esperienza e sensibilità personale in cui il cemento è emblema di un equilibrio instabile tra progetto, speranza, forza e vulnerabilità, restituendo una riflessione in cui alla fragilità del paesaggio costruito fa eco quella esistenziale.

Le immagini del complesso di edilizia popolare delle “Vele” di Scampia ripreso a ridosso della demolizione, nel 2024, si uniscono agli assemblage composti da fotografie, ritagli di giornale e cartoline acquistate su ebay. Il pilastro di calcestruzzo armato ricorda i racconti che l’autore ascoltava da bambino di “morti ammazzati” nascosti nei muri delle nuove edificazioni fraudolente e si connette alle immagini dei test schelometrici per verificare se la miscela del calcestruzzo è depotenziata e, dunque, pericolosa. La fotografia di una strada interrotta richiama un sogno collettivo spesso interrotto e frustrato.

Il Modulatore del pieno e del vuoto I, al centro della sala, è una sorta di torre della conoscenza in cui si addensano i materiali dello studio dell’artista e rimanda all’idea di un archivio continuamente ambulante. Il film Ci interrompiamo in qualunque momento è dedicato all’incidente che ha colpito nel 2002 una delle più imponenti strutture in calcestruzzo armato al mondo, il grattacielo Pirelli.

La complessità del lavoro non dà giudizi, non fornisce risposte ma solleva domande e stimola riflessioni personali su un elemento centrale e collettivo delle nostre società contemporanee.

IL PREMIO GRAZIADEI PER LA FOTOGRAFIA

Il Premio Graziadei per la fotografia, istituito da Graziadei Studio Legale e volto alla ricerca e promozione della giovane fotografia italiana, si prefigge l’obiettivo di scommettere sulla capacità di ulteriore crescita di fotografi che già stiano mostrando una interessante maturazione artistica.

Il Premio Graziadei nasce dall’iniziativa di Graziadei Studio Legale con il duplice obiettivo di promuovere il lavoro di giovani autori e di sostenerlo nel tempo, attraverso non solo la produzione ma anche l'esposizione.

Il Bando è indirizzato ad autori italiani under 35 che partecipano con un progetto già realizzato. Al vincitore è offerta la possibilità di realizzare un nuovo lavoro. Agli autori è data la possibilità di esporre sia il lavoro vincitore del Premio che quello realizzato successivamente.

Stante l'esigenza di non limitare il proprio apporto all'aspetto produttivo ma di completare una azione di promozione degli autori inserendoli in un circuito espositivo istituzionale, il Premio nei primi anni è stato partner di Fotografia - Festival Internazionale di Roma, che nelle ultime edizioni ha trovato la sua sede nel Museo MACRO di Roma.

Dal 2019 il Premio entra nella programmazione delle attività di Fotografia del MAXXI - Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, grazie ad una collaborazione che prevede un’esposizione annuale e l’acquisizione nelle Collezioni di Fotografia dei progetti vincitori delle passate edizioni e di quelle future.

Vincitori delle passate edizioni sono Andrea Botto, il cui progetto KA-BOOM indaga l’impatto visivo delle esplosioni controllate; Francesco Neri, che ritrae giovani studenti colti in una stato di sospensione, in bilico tra incertezza e visione del futuro; Luca Nostri che con il progetto Anselmo (dal nome del nonno) prosegue la ricerca avviata dagli autori che hanno indagato la provincia italiana e si concentra sull’esplorazione dei luoghi del quotidiano attraversati da accumuli di oggetti, di segni e di memorie; Luca Spano, il cui sguardo si posa sul paesaggio sottomarino della Sardegna; Pietro Paolini che con il sostegno del Premio realizza un progetto sullo sterminio del partito di sinistra colombiano Union Patriotica; The Cool Couple, con un progetto ispirato dalla vicenda dell’occupazione cosacca della Carnia durante il nazismo; Alessandro Calabrese, che con nuovo progetto Diciotto vie di Roma che non compaiono in Google Street View, prosegue la sua indagine sul rapporto tra la produzione di immagini al tempo di internet e la dimensione più tradizionale della fotografia; Alba Zari, vincitrice della Sesta Edizione, con The Y, svolge un’indagine alla ricerca del proprio padre biologico, attraverso diversi materiali che vanno dalle fotografie di famiglia, ai risultati test del DNA, ai software ricostruzione facciale 3D, agli archivi personali fino alla ricerca online; Rachele Maistrello, vincitrice della VII Edizione del Premio, con il progetto Green Diamond, che gioca con la liminalità tra vero e finto, archivio storico e fantascienza ed ha coinvolto direttamente alcuni operai di un’azienda di componenti nucleari alla periferia di Bejing; Nicola Di Giorgio, con il progetto Calcestruzzo, che indaga il tema della cementificazione del paesaggio italiano, mettendo in relazione la storia del primo ‘Boom Edilizio’ e l’attualità che vede l’obiettivo di ridurre al minimo l’impermeabilizzazione del suolo entro il 2050.
GRAZIADEI STUDIO LEGALE E LA FOTOGRAFIA / I VIDEO