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Relazione annuale Agcom: l’equilibrio dei mercati regolamentati nell’era post-Covid, tra innovazione, concorrenza e tutela dei consumatori


27/07/2020

La relazione annuale Agcom “segna il confine fra la realtà pre e quella post-virus”, e risulta dunque fortemente influenzata dalle prospettive aperte per i mercati regolamentati all’interno del nuovo, difficile, contesto. Un contesto che richiede nuovi strumenti di regolazione e una “maggiore centralità dell’intervento pubblico” per assicurare un corretto ed equilibrato sviluppo del gioco concorrenziale e una efficace tutela dei consumatori.

L’Autorità, quindi, sottolinea che la vera sfida sarà quella di uscire rapidamente dalla crisi generata dall’emergenza, impedendo al contempo la costituzione o il rafforzamento di posizioni dominanti e ponendo le nuove tecnologie (tra cui IA e Big data) al servizio dell’innovazione e della concorrenza.

Al netto dei dati numerici sul valore complessivo dei mercati regolamentati [1] e sui singoli mercati [2], è possibile evidenziare che la relazione individua il minimo comun denominatore di tali mercati nella crescita dei servizi digitali, spinti dalla digitalizzazione delle abitudini di consumo. È questo un fattore che interessa non soltanto i media (con la pressione concorrenziale dei servizi di streaming) [3], ma anche la pubblicità (con l’online che ha superato la televisione come principale mercato della raccolta pubblicitaria) [4] e i servizi postali (nell’ambito dei quali, a fronte di una flessione delle attività rientranti nel servizio universale, c’è una crescita di attività legate all’e-commerce). [5]



D’altra parte, le conseguenze economiche e logistiche dell’epidemia accelerano il cambiamento degli equilibri di mercato, un cambiamento peraltro già rilevato nella precedente relazione annuale. Questa accelerazione, se da un lato rende ancor più importante adattare i servizi, i processi aziendali e i business model al paradigma digitale, dall’altro può dunque condurre ad un vero e proprio squilibrio degli assetti di mercato.

Sotto questo profilo, è fondamentale che l’innovazione non influisca negativamente sulla concorrenza. Ad esempio, l’incremento delle prestazioni infrastrutturali - funzionale all’incremento della domanda dei servizi di accesso alla rete, molto avvertita durante il lockdown - non dovrebbe discostarsi dal virtuoso percorso pro-competitivo che negli ultimi anni ha contestualmente portato (nella rete fissa) a un maggior livello di concorrenza infrastrutturale e a una migliore qualità dei servizi. In questo senso, l’obiettivo dell’Autorità sarà dunque



mantenere, e se possibile migliorare, la competitività e l’efficienza di mercato raggiunte.

La digitalizzazione dell’economia dovrà inoltre essere monitorata anche dal punto di vista dei servizi postali. In questo ambito, in cui come visto pesa sempre più l’e-commerce, “occorre evitare che la disomogeneità fra diversi segmenti si traduca in posizioni dominanti circoscritte in quelli che, nel prossimo futuro, possono rappresentare mercati dotati di una certa autonomia”. Ne deriva, dunque, la necessità di vigilare sul ruolo delle principali piattaforme di e-commerce, la cui struttura verticalmente integrata potrebbe rafforzare il loro posizionamento in un mercato, quello dei servizi di consegna pacchi, che oggi risulta invece caratterizzato da ampia concorrenza.

In tema di pluralismo e di parità di accesso ai mezzi di informazione, Agcom ricorda l’avvenuta introduzione di forme innovative di regolazione, tra cui l’auto- e la co-regolazione. La relazione annuale ribadisce tuttavia l’opportunità di introdurre nuovi strumenti di verifica del funzionamento della profilazione algoritmica e di monitoraggio della corretta applicazione delle policy in materia di rimozione di informazioni false e di hate speech.

Tutto considerato, dunque, all’alba di un nuovo settennato, Agcom sembra propensa a invocare una “radicale modifica dei paradigmi su cui si fonda l’attività regolatoria”. La crescita dei mercati digitali e il progressivo mutamento nelle abitudini di consumo da parte degli utenti richiedono infatti una regolazione ancor più attenta, capace al contempo di favorire l’innovazione, di tutelare i diritti dei consumatori e di evitare il formarsi di posizioni dominanti, con l’obiettivo di fondo di garantire che lo sviluppo dei mercati (vecchi e nuovi) prosegua sui binari dell’equilibrio e del contemperamento di interessi.

© Graziadei Studio Legale


[1] Nel 2019 il valore complessivo dei mercati regolati da Agcom è pari a 52,3 miliardi di Euro.
[2] I ricavi delle telecomunicazioni, nel 2019, sono in lieve flessione sia nella rete fissa (-1,7%) sia nella rete mobile (-7,3%).
[3] Nel settore media, nel 2019, sono in calo i ricavi di pay tv (-6,7%), della tv in chiaro (-1,9%) e dell’editoria, la quale è in “declino strutturale” (-9%). In crescita i ricavi della radio (+1,7%).
[4] Le piattaforme online crescono del 9,5% nella raccolta pubblicitaria.
[5] I servizi postali crescono soprattutto grazie all’e-commerce (+3,5%), facendo registrare un aumento dell’attività dei corrieri espresso (+8,6%) e una flessione del servizio universale (-7,3%).


Ulteriori informazioni: dal link sottostante è possibile raggiungere la pagina ufficiale della Relazione annuale Agcom 2020

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